CARATTERI CINESI
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CARATTERI CINESI

Indice

Introduzione

Tutti i caratteri della lingua cinese sono composti dai cosiddetti radicali: alcuni ne contengono uno solo, altri, invece, ne includono due o più.

 

I radicali, che potremmo immaginare come dei mattoncini della scrittura cinese, sono 214 e vengono utilizzati per cercare sul dizionario quei caratteri che non si conoscono o di cui si desidera memorizzare la scrittura.
Inoltre, sono delle strutture essenziali sia da un punto di vista fonetico (spesso un radicale ha proprio la funzione di conferire ad un carattere il suo suono/sillaba) che semantico.

 

Va precisato che non tutti i caratteri sono degli ideogrammi: questi ultimi costituiscono la rappresentazione grafica del significato del carattere.

I "Tre Tesori": 精 [ jīng]

Nella Medicina Cinese, i “Tre Tesori” o 三寶Sānbǎo, corrispondono alle tre energie considerate essenziali: in caso di assenza di anche solo una di queste, la vita di fatto non sarebbe possibile.
Analizziamo insieme il primo tesoro: Jing 精
Il carattere 精 [ jīng] è composto da due elementi, i cosiddetti radicali: il primo 米 [mǐ] significa “riso cotto”, il secondo 青 [qīng] significa “verde/blu”. Per poter cogliere appieno il suo significato bisognerà fare un piccolo salto nella cultura e nella storia cinese.
米 [mǐ], riso cotto, nell’alimentazione cinese viene considerato l’elemento perfetto in ogni occasione; rappresenta la base, l’essenza del nutrimento: non c’è pasto senza riso. La componente simbolica è quindi duplice: onnipresenza e funzione nutritiva. A questi possiamo anche aggiungere una nota interpretativa dovuta ad una sua caratteristica contingente: il riso cotto è un elemento estremamente “fisico” in quanto visibile, percepibile con i sensi e in grado di nutrire il corpo.
青 [qīng], viene tendenzialmente inteso come il colore azzurro/verde, ovvero il colore della natura nella sua fase di nascita e di crescita. Anche il carattere青 [qīng] è composto da due elementi: 生 [shēng] ‘vita’, ‘vitalità’ e 月,semplificazione grafica di 丹 [dān] ‘rosso’ (troviamo il carattere 丹 [dān] in 丹田 [dāntián], espressione della medicina cinese solitamente tradotta con “Campi del Cinabro”).
Questo radicale complesso porta quindi con sé l’idea di vita che si manifesta, che cresce e che prende una forma a partire dal Campo del Cinabro.
La somma semantica (e simbolica) dei due radicali che compongono 精 [ jīng] potrebbe essere interpretata come “la componente di nutrimento perfetta e corporea (米 [mǐ]), figlia della manifestazione dell’energia vitale che emerge dal Campo del Cinabro (青 [qīng])”: spesso, più semplicemente tradotta con ‘Essenza’.

I "Tre Tesori": 神 [shén]

Vi presento il secondo dei “Tre Tesori”: Shen 神
Il carattere [shén] è composto da due radicali: 礻→ 示 [shì] e 申 [shēn].
礻 è la semplificazione grafica di 示 [shì] ed è costituito da 3 parti:
1. 丅 [xià] (variante grafica di 下) significa ‘sotto’;
2. 水 [shuǐ] vuol dire ‘acqua’;
3. 一 [yī] significa ‘Uno’ o, più tradizionalmente, il Grande Uno (il Cielo).
La loro sommatoria semantica si traduce in un tavolo sgocciolante al cospetto del Grande Uno: un altare sacrificale.
Il secondo radicale ha duplice funzione: una semantica e una fonetica (è grazie a questo elemento che il carattere [shēn] ha tale valore fonetico e tono).
Nella tradizione Taoista esistono dodici cieli o dodici branche celesti e ad ognuna di queste è collegato un livello di perfezione e di ascensione al Cielo (al Grande Uno). Ogni cielo ha un nome ed uno stemma: 申 [shēn] è lo stemma del nono cielo.
Esso è composto a sua volta da due radicali: 日 [rì] che significa ‘giorno’ e 丨[gǔn] che come componente grafica rappresenta il tratto verticale per eccellenza, quella forza che dal cielo scende verso la terra. Quindi, 申 [shēn] è il giorno (il manifestarsi del sole e dello yang) che dal cielo scende verso la terra.
Possiamo pertanto riassumere il carattere 神 [shén] come “l’altare davanti al quale la parola del cielo si manifesta”, che viene spesso tradotto come Spirito.
Nella cultura cinese dei primordi, coeva al taoismo e agli albori della medicina cinese tradizionale, il panteismo e lo spiritismo erano la base delle credenze della popolazione: si credeva infatti (ed in alcune zone della Cina contemporanea si crede ancora) che ogni cosa abbia uno spirito e che sia compito dell’uomo armonizzarsi con il volere degli dei/spiriti.
Per concludere, lo 神 [shén] è uno spirito della natura che prende dimora dentro di noi, dentro i nostri organi, per poi tornare alla natura dopo la nostra morte; mentre, il nostro corpo è un tempio panteista per tutta la durata della nostra vita.
Gli 神 [shén] che dimorano nei nostri organi sono 5:
1. 神 [Shén] Shen che vive nel Cuore;
2. 意 [Yì] Yi che vive nella Milza;
3. 魄 [Po’] Po che vive nel Polmone;
4. 志 [Zhì] Zhi che vive nel Rene;
5. 魂 [Hún] Hun che vive nel Fegato.

I "Tre Tesori": 氣 [qì]

L’ultimo dei “Tre Tesori”, la terza energia che la Medicina Cinese considera essenziale per vivere, è il 气 (氣) [qì].
Il carattere non semplificato 氣 è composto da due elementi: 米 (mǐ) ‘riso cotto’ e 气 che rappresenta il vapore che sale dal 米riso quando cuoce.
气 (氣) [qì] ha quindi il significato di aria, odore, ma anche di spirito, vigore, atmosfera, rabbia, etc. Questi significati hanno delle connotazioni in comune: sono infatti tutti elementi impalpabili, come l’aria, e hanno un carattere ascendente.
In italiano viene spesso tradotto con ‘energia’ proprio per far risuonare il concetto di impalpabile e al contempo di vitale. Siamo di fronte a uno dei concetti più ramificati della medicina cinese: tutto è 气 (氣) [qì] e in qualche modo tutto è connesso alla sua capacità di muoversi e mutare.
Trattare il Qi vuol dire avere a che fare con la capacità di assimilare nutrimento (dall’aria, dal cibo e dai contesti emotivi e psicologici), con la capacità di mutare (crescere, evolvere, guarire, muoversi) ma anche con la capacità di mettere in comunicazione le nostre differenti parti, in modo da non interrompere il fluire con stasi o rallentamenti.
Il 气 (氣) [qì] non è il riso cotto, non è l’atto del cuocere, non è il calore che si libera dal riso o dal fuoco e non è il nutrimento che deriva dal riso. Il 气 (氣) [qì] è quel vapore impalpabile che si libera dal riso e che porta con sé tutte le caratteristiche del fuoco, del calore, dell’umido, del nutrimento, del riso stesso, pur non trasportandoli direttamente: è, quindi, uno strumento di movimento e distribuzione.
La traduzione italiana, seppur molto lontana dal suo significato etimologico, ripropone in maniera accurata il senso di indeterminatezza.
Il 气 (氣) [qì], per una migliore comprensione, ha bisogno di una contestualizzazione: ne esistono molteplici tipologie e ognuna di queste presenta delle caratteristiche profondamente connesse alla specifica funzione assolta. Ad esempio: le XieQi sono le energie perverse che dall’esterno ‘aggrediscono’ le energie interne equilibrate (ZhenQi); il GuQi è il 气 (氣) [qì] nutritivo che viene dagli alimenti, così come il TianQi è il 气 (氣) [qì] nutritivo dell’aria assimilato attraverso i polmoni.

靈 [ling]

I punti Ling prendono il nome dal carattere presente nel loro nome 灵(靈 nella versione non semplificata).
靈 [ling] viene spesso tradotto con “Spirito” o “Spirituale”.
Come spesso avviene nella lingua cinese, il significato del carattere si costruisce intuendo la relazione esistente tra le parti che lo compongono:
雨 [yǔ]: Gocce di pioggia
口口口 [kǒu]: 3 bocche
巫 [wū]: stregone, sciamano.
Il significato di questo carattere potrebbe essere duplice: da un lato, lo sciamano che con il mento rivolto verso il cielo e la (triplice) bocca aperta si nutre e beve delle gocce di pioggia che cadono dal cielo (la pioggia in questo caso sarebbe autentica manifestazione celeste); dall’altro, lo sciamano che, attraverso la sua opera ed il suo lavoro, chiama il cielo ad una manifestazione e con la bocca aperta accoglie la sua volontà ed il suo destino.
Con la parola “sciamano” si intende quell’uomo in grado di essere completamente inserito nel contesto naturale e quindi in grado di ascoltarne ed interpretare il Dao.
Wū 巫 è infatti composto da 工 (gōng) lavoro e 人 (ren) persona, uomo.
靈 [ling] è quindi l’agire dell’uomo armonizzandosi con il Dao 道, cioè con la via. Se l’uomo è sul suo sentiero, se segue il suo destino, vuol dire che si è armonizzato con la natura, la sua vita, pertanto diviene opera sciamanica.

道 [dào]

Il carattere Dao (o Tao), spesso confuso con il simbolo del Taiji, è la massima manifestazione della corrente di pensiero cinese da cui prende il nome: il Taosimo.
Il carattere 道 [dào] è composto da 2 parti: 首 (shǒu) ‘testa, sommità del capo’ e 辶(辵 chuò) ‘andare, camminare’ e viene spesso tradotto con ‘La Via’ o ‘Il Sentiero’.
Per cogliere appieno le sfumature di questo carattere potrebbe essere interessante osservare un po’ più da vicino questi componenti.
首 (shǒu) è composto da: 首 [shǒu] ‘testa, capo’ e 丷 [bā] ‘otto, dividere’. In questo caso 丷 [bā] ha il valore simbolico di qualcosa indossato sopra la testa, come un cappello od un copricapo ornamentale. 首 (shǒu) è quindi un capo ornato da un cappello. Tradizionalmente il cappello veniva indossato nelle cerimonie da figure importanti quali lo sciamano o l’imperatore e aveva lo scopo di raffigurare l’accettazione del mandato celeste all’interno della persona che lo indossava: un vero e proprio ponte con il Cielo.
辶(辵 chuò) ‘camminare, andare’.
Esistono molti modi per dire ‘camminare’. Per esempio 彳 chì e亍 chù rappresentano graficamente le impronte dei due piedi ed una linea discendente (丨 [gǔn]): l’immagine del peso che grava sui piedi e dell’impronta che viene lasciata sul terreno.
Come ritrovato su ossa oracolari, 辶(辵 chuò) era anticamente composto da 止 [zhǐ] ‘fermare, fermarsi’ all’interno di行 (xíng) ‘camminare, andare’. La sua complessità concettuale potrebbe quindi riportare all’immagine di un camminare stando fermi, oppure l’immagine delle impronte dei due piedi e di un terzo di cui resta solo un ombra (彡 [shān] ‘lunghi capelli, piume, ombra’); come il terzo piede mancante per il walzer che “costringe” il ballerino a danzare.
Che sia un danzare o un camminare con 3 piedi, resta comunque determinante la componente yin 阴(陰) [yīn], il lato interiore, in ombra appunto. Che sia la direzione (l’interno, il profondo, l’ombra) o il modo (camminare stando fermi o danzando), è evidente che 道 [dào] non è semplicemente camminare mettendo un piede davanti all’altro.
Una delle somme simboliche possibili risultanti da queste due componenti potrebbe essere la danza dello sciamano o l’accogliere ed il percorrere Il Sentiero ( 道 [dào]) che il Cielo ha posto dinnanzi all’uomo.
Nella tradizione giudaico cristiana questo concetto viene spesso espresso con la parola Destino.
Il 道 [dào] è un destino affidato, una danza con il Cielo, la cui riuscita dipende dalla capacità dell’individuo di ascoltare ed accogliere i suoi talenti e le sue difficoltà.

外 [wài]

Il carattere 外 [wài] ‘fuori, esterno, straniero’, è composto da due radicali:
 夕 (xī) ‘sera, notte’ il momento dopo il tramonto (è il simbolo della luna 月 [yuè] non ancora completa);
 卜 (bǔ) ‘divinare’ (rappresenta il taglio verticale e la spaccatura laterale che si formavano quando lo sciamano utilizzava una punta di freccia infuocata conficcata sulla parte interna di un guscio di tartaruga. In base alla direzione che prendeva la spaccatura che ne occorreva lo sciamano era in grado di predire e divinare).
Come mai la somma di questi due radicali allora porta il significato di ‘fuori, all’esterno’?
Nelle tribù antiche della Cina continentale l’atto di divinazione dei sogni era materia della comunità. Alla mattina quindi erano tutti soliti incontrarsi intorno al fuoco, o andare presso la capanna dello sciamano, per metterlo al corrente dei propri sogni.
L’atto di divinazione era materia estremamente delicata ed importante e doveva essere tassativamente eseguita durante il giorno affinché fossero gli spiriti luminosi a guidare lo sciamano (e non i demoni o spiriti notturni). Divinare con la presenza della luna voleva quindi dire divinare fuori tempo, in un momento non appropriato.

阴 [yīn]

Il carattere 阴[yīn] è parte fondamentale della coppia 阴阳 [yīn/yáng] che compone il 太极 [Tàijí]. 
阴(陰) [yīn] nella sua versione moderna, è composto graficamente da due radicali:
阝(阜) [fù] ‘lato della montagna’ è la semplificazione grafica di un ciuffetto di erba o di un albero che cresce su un pendio, proprio a rappresentare un lato della montagna;
月 [yuè] ‘Luna’.
Leggendo questo carattere emerge quindi che lo 阴(陰) [yīn] è il lato illuminato dalla luna della montagna; il lato in ombra, il lato notturno, il lato oscuro,etc. Ovviamente nessuna montagna ha un lato costantemente o esclusivamente illuminato dalla luna. Questo già riporta l’assenza di termini assoluti quando si parla della coppia 阴阳 [yīn/yáng]. Con questo carattere quindi si esprime quel momento o quella caratteristica che ha la montagna nel momento in cui si parla. 
Volendo vedere il carattere antico o non semplicato al posto di 月 [yuè] ‘Luna’ troviamo 侌 [yīn] che è composto da
今 [jīn] ‘ora, in questo momento’
云 [yún] ‘nuvole’.
Il lato della montagna su cui ora passano delle nuvole. Nella sua versione antica risulta ancora più evidente quindi il senso di temporaneità, quello che nel Buddhismo prende il nome di ‘impermanenza’: niente è 阴(陰) [yīn] in senso assoluto, le nuvole passano da un lato all’altro della montagna, così come la Luna, completando la sua rotazione intorno alla terra si sposta nell’arco di una singola notte.

天 [tiān]

天[tiān] è un carattere composto da due radicali :
– 一 [yī] ‘Uno’
– 大 [dà] ‘Grande’
Tradizionalmente veniva raffigurato con un uomo con la grande testa: questo è probabilmente connesso al fatto che il radicale inferiore, 大 [dà] ‘Grande’, rappresenta un uomo in piedi sulle sue gambe, con le braccia completamente spalancate (infatti ‘uomo’ si scrive 人 [rèn]). Quindi le letture possibili del carattere 天[tiān] potrebbero essere sia l’uomo con la grande testa, sia ‘il grande Uno’, proprio a rappresentare la grande volontà Celeste.
Nell’interpretazione antica si vedono quelli che sono i primordi della cultura Taoista e della sua medicina per la quale la testa era la parte del mondo interiore spesso definita KunLun, ovvero il 昆仑山 [Kūnlúnshān], l’altopiano del Tibet, il tetto del mondo, il luogo più vicino al Cielo. La mappa del mondo interiore, il NeiJingTu內經圖 [Nèijīng tú], divide infatti il corpo come uno stato con i suoi territori ed i suoi funzionari ed è proprio nella testa che colloca il KunLun, il monte a nove picchi, ovvero l’altopiano del Tibet.
Bisogna anche riportare che esiste un punto in medicina cinese chiamato KunLun (Vescica Urinaria 60, nella depressione compresa tra il malleolo esterno ed il tendine d’Achille) e se connesso a Rene 4 (大钟 ‘La grande Campana’) ha tradizionalmente un immediato riferimento alla vita onirica.

阳 [yáng]

Originariamente il carattere che esprimeva il concetto di Yang era così rappresentato: 陽
陽 [yáng], è composto da due parti:
– 昜 (rì) il sole; costituito a sua volta da 日 (rì) il sole e 勿 (wu) i raggi che scendono verso il basso.
– 阝(阜 fù) il lato della montagna, la collina. 
La forma semplificata 阳 [yáng] è composto da 阝(阜 fù) e 日 (rì). In entrambe, il significato resta il medesimo: il lato della montagna illuminato dal sole.
Lo Yang, si pone nel versante opposto allo 阴 yīn che, come sappiamo, rappresenta il lato in ombra, il lato notturno (con la luna) o, nella sua forma non semplificata, il lato oscurato dalle nuvole 陰.
Entrambi sono componenti fondamentali del 太极[-極] Tàijí. 
Lo 阳 [yáng] è quindi il lato luminoso, il sole, il lato caldo, estroverso, maschile.
Così come per il carattere 阴 [yīn], anche in questo caso è evidente la caratteristica di temporalità: non c’è un valore assoluto nello 阳 [yáng], infatti il rapporto tra la montagna ed il sole varierà cin base al momento della giornata, pertanto il lato che è 阳 [yáng] al mattino sarà 阴 [yīn] nel pomeriggio e viceversa. 
La componente assoluta viene anche richiamata dalla lingua corrente cinese, per cui il massimo 阳 [yáng] ovvero il 太阳 [Tàiyáng] è il nome che viene associato al Sole (la stella che illumina la terra).

 土 [tǔ]

 土 [tǔ], ‘Terra’, è il carattere legato alla terra ed è composto da due parti:
– 一 [yī] ‘Uno’, inteso come il grande Uno, il principio di vita;
– 十 [shí] ‘dieci’, l’incontro tra il tratto orizzontale e 丨 [gǔn] il tratto verticale. Per estensione è un termine che significa ‘completezza’, ‘tutte le cose’. 
Queste due componenti, insieme, stanno a significare il grande Uno su cui tutte le cose esistono, si appoggiano (i due tratti, infatti, si toccano ma non si tagliano), crescono, vivono.
La manifestazione inferiore del principio di vita del grande Uno, o “il principio di vita che sta in basso”, sarebbe proprio la Terra, dove tutte le cose (十 [shí]) esistono, crescono e vivono.

经络 [jīngluò]

经络 [jīngluò]: Canali energetici, meridiani 
Quello che noi chiamiamo “meridiano” della medicina cinese, ovvero i percorsi energetici che prendono il nome degli organi a cui sono collegati e sui quali troviamo i punti di agopuntura, in cinese hanno un nome composto da due caratteri:
– 经 jīng
– 络 luò
Entrambi hanno un elemento in comune 纟(糸 sī) ‘filo di seta’, quindi la differenza di significato andrà cercata nella seconda componente. 
Il carattere 经(F經) [jīng] nella sua versione non semplificata, è formato da 巠(S𢀖) [jīng] a sua volta composto da tre parti:
– 一 [yī] il grande Uno
– 巛 [chuān] fiume, scorrere, fluire
– 工 [gōng] Lavoro, spostare oggetti pesanti, fare/agire.
Il significato derivante dalla loro somma potrebbe quindi essere “il fluire laborioso del grande Uno” oppure “il grande Uno laborioso che fluisce/scorre”. Il significato contemporaneo di 经 jīng è “ordito”, parte della struttura di un tessuto. 
La seconda parte di 络 luò è invece composta da:
– 夂 (zhǐ) un piede puntato in basso
– 口 (kǒu) bocca.
Il carattere 络 luò ha significato di ‘rete, spago’, ma cercando la sua radice etimologica rappresenta quel “filo” che unisce bocca e piede (non a caso il meridiano di Milza inizia il suo percorso dall’alluce per arrivare alla bocca).